“Tutti a bordo e all’arrembaggio”

Titolo: L’Isola del tesoro

Autore: Robert Louis Stevenson

Casa Editrice: Oscar Mondadori

Illustrazioni: Maria Cristina Pritelli

Tutti a bordo e all’arrembaggio!

Salve a tutti e benvenuti a bordo. Questo blog nasce dal mio desiderio di scrivere e far conoscere storie, fiabe e libri e leggende e musiche che forse sono sconosciute ai più; in questo nostro mondo sconvolto dalla pandemia e dagli stravolgimenti climatici, i libri, con i suoi eroi e antagonisti, i suoi mondi fantastici e reali, rappresentano un’arma senza polvere da sparo contro l’ignoranza e la brutalità che affligge il pianeta. Sta a noi trovare la chiave per aprire quella porta che ci farà uscire dalle tenebre per ritornare nuovamente “a riveder le stelle”. E allora incominciamo questa nostra avventura con un classico della letteratura che ci farà solcare gli oceani e ci scaraventerà in un’epoca piena d’intrighi, ammutinamenti e tesori nascosti in sperdute isole dei Caraibi: sto parlando ovviamente dell’ “Isola del tesoro”, senza dubbio l’opera più nota di Robert Louis Stevenson, mancato avvocato scozzese, affetto da tubercolosi sin dall’infanzia e costretto a trascorrere gli ultimi suoi anni di vita nelle isole Samoa (fu soprannominato Tusitala, il narratore di storie, dagli indigeni).

Copertina per l’edizione Oscar Mondadori

Generalmente L’isola del tesoro è classificato come un libro per ragazzi ma questo non ne impedisce agli adulti la lettura, anzi, potrebbe essere la giusta occasione, dato che al momento siamo costretti a rimanere dentro le nostre case, per i genitori di cominciare una grande avventura con i propri figli. E allora tutti a bordo! Tutto ha inizio in una vecchia locanda dal nome singolare, l’Ammiraglio Benbow (che botta di fantasia!) e precisamente a Bristol, una cittadina britannica che si affaccia sulle coste dell’Atlantico, dove facciamo subito la conoscenza di Jim Hawkins, un giovane e pacifico ragazzo, figlio dei gestori della locanda e narratore in prima persona di tutta la storia. Jim è uno dei protagonisti del romanzo e non immagina minimamente, suo malgrado, in quale impresa stia per andare a cacciarsi; una sera giunge alla locanda un pirata di nome Bill Bones, ma egli si presenta a Jim semplicemente come “Il Capitano”, senza rivelare la sua vera identità al ragazzo e le sue vere intenzioni, che teme la presenza di quel rozzo figuro all’interno della sua locanda dove ha deciso di prendere alloggio. Bill è il classico pirata che si vede spesso nei film al cinema: rozzo, sporco e sempre con una bottiglia di rum tra le mani: la mattina si sveglia di buon’ora e scruta incessantemente l’orizzonte, come fosse in attesa di qualcuno che debba fargli visita. Ubriaco dalla mattina alla sera e completamente al verde, Bill alterna momenti di spensieratezza ad attimi di collera apparentemente ingiustificati.

Ma quello che Jim ancora non sa è che questo vecchio lupo di mare porta con sé un segreto, un segreto che fa gola a molti cacciatori di tesori e tagliagole: il vecchio pirata, infatti, ha con sé una mappa di un’isola su cui sono segnate delle croci. Cosa indicano esattamente? Qualche intuizione nella mente del lettore comincerà senz’altro a farsi strada, certo, ma perché tre croci? E chi saranno mai Cane Nero e il Cieco, poco rassicuranti figuri, che andranno a far “visita” al nostro caro Bill? Jim lo ignora, ma ben presto l’irruzione di alcuni filibustieri nel cuore della notte all’Ammiraglio Benbow, gli farà temere per la sua vita e per quella dei suoi. La svolta narrativa avviene quando Jim s’impadronirà della mappa e partirà, insieme con alcuni fidati compagni, alla volta dell’isola del tesoro, ma i guai e le avventure sono appena cominciati: ammutinamenti e naufragi condiranno tutta la storia e come se non bastasse, l’apparizione di un fantasma barbuto sull’isola getterà gli animi dei nostri avventurieri nel panico più totale. Come finirà la storia? Certo non posso rivelarvi il finale, ma ciò che il libro ci insegna è che scegliere bene i propri compagni di viaggio è cosa saggia e fondamentale se si decide di perdersi per il mondo o se si vuole andare alla ricerca di tesori nascosti. E se è vero che l’abito non fa il monaco, posso dire che non fa neanche il pirata, perché anche i più feroci corsari hanno un cuore, o meglio, un briciolo di coscienza e buon senso e Jim lo capirà a sue spese, specie dopo aver portato a termine un’impresa che lo vedrà più di una volta in pericolo di vita. Un’avventura indimenticabile quella ideata da Stevenson che ha ispirato molti film di pirati, compresi quelli di produzione Disney, e che spero possa farvi un po’ evadere dalla realtà quotidiana. Non mi resta che augurarvi…buona lettura!  

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