
La recente notizia della scomparsa di Gianluca Vialli, ha lasciato un vuoto enorme tra i tanti appassionati di Calcio, quello con la c maiuscola. Diciamoci la verità, il calcio al giorno d’oggi è solamente, almeno secondo me, un mero gossip: si parla più della super auto dei calciatori che non delle loro performance sportive, degli scandali in cui sono coinvolti ecc. Per uno come me che ha avuto il privilegio di vedere l’Italia campione del mondo nel 2006, e che ha visto giocare atleti del calibro di Baggio, Del Piero, Maldini e compagnia bella, la dipartita di Vialli è stata una botta incredibile. Gianluca, però, oltre ad essere stato un grande atleta è stato, anche se per un’occasione soltanto, autore di una simpaticissima storia scritta per il settimanale Disney, Topolino.
Immaginate la mia sorpresa quando comprando il nuovo numero, risalente a una torrida estate del 1996, mi ritrovai questa bella sorpresa. All’epoca Vialli stava per andare a giocare col Chelsea, dopo un’ottima militanza sportiva con la Juventus ma prima di lasciare il suolo italico ha voluto regalarci questa avventura calcistica, che ha per protagonista zio Paperone, nei panni di presidente del Pecunia Calcio (il nome calza a pennello). Il miliardario di Paperopoli è alle prese con il calcio mercato che si è da poco aperto, quindi occorre rinforzare la rosa dei giocatori. Volendo risparmiare il più possibile, va per recarsi dai diletti nipoti Paperino, Qui, Quo e Qua che sono già di fronte al deposito (casa e residenza dello zione) per proporgli di sponsorizzare la squadra di calcio rionale allenata dallo stesso Paperino. È vedendo giocare i ragazzini di questa piccola squadra che Paperone ha in mente un’idea geniale anche se non totalmente rivelata all’inizio della storia: organizzare un’amichevole con una squadra di calcio di un paese non economicamente progredito (non è specificato quale, ma ci sono riferimenti al Sud America). Sempre in nome della parsimonia, la trasferta della squadra dei ragazzi è organizzata in grande stile: tutti a bordo di una nave cavoliera, adibita al trasporto di cavoli affumicati, il ché crea disappunto tra Paperino e i nipotini ma si sa, la nave è molto più economica e quindi gli allenamenti si svolgono a bordo, non c’è altra soluzione.

A sera a cena, i ragazzi scoprono però che il paese, dove stanno per andare a disputare l’incontro, non ha un bel rapporto con gli stranieri, soprattutto con i miliardari che sono interessati allo sfruttamento delle sue risorse minerarie. Questo getta un enorme dubbio sui nipoti di Paperone. Chissà cos’ha in mente il “vecchio cilindro”. Sbarcati, sono accolti mal volentieri dal presidente dello stato ma Paperone lo rassicura, si svolgerà solo una partita amichevole. Poco distante, nel porto, un peschereccio con a bordo due marinai, avvisa il “capo”, non si sa bene chi, dell’arrivo di Paperone. La squadra rionale paperopolese, intanto, giunge in albergo dove un pranzo ipercalorico l’attende ma il cuoco cambia il menù e confessa ai ragazzi che Paperone aveva scelto per loro piatti pesanti e indigesti e la cosa li lascia di stucco: che lo zio Paperone stia sabotando la sua stessa squadra? La scena si sposta poi, sul campo di allenamento della squadra locale. I giocatori sono fortissimi e sono orgoglio e vanto dello stato. Viene presentato poi l’allenatore, un certo C. du Crokker. che ha in mente qualcosa di losco, lo si evince dai suoi pensieri. Il giorno stabilito dell’incontro, Paperone e il presidente siedono insieme allo stadio e comincia la partita: tutto sembra filare normalmente ma cominciano ad accadere alcune simulazioni alla moviola di falli inesistenti con C. du Crokker che reclama rigori impossibili ed espulsioni improbabili, insomma c’è qualcosa che non va. Paperone decide di intervenire e scende in campo che capire cosa stia succedendo: è a questo punto che du Crokker tira fuori contratti per lo sfruttamento delle risorse minerarie del paese, attribuendole allo zione e accusandolo di celare le sue vere intenzioni. Il presidente locale è incredulo ma Paperone, come lui stesso afferma, non proporrebbe mai contratti profittatori a terzi ma soprattutto non li farebbe certo stampare dalle copisterie di proprietà di Rockerduck che si scoprirà, infatti, essere l’allenatore locale, abilmente camuffato. A questo punto l’inganno è svelato e il rivale di zio Paperone se la batte a gambe levate per non essere preda della furia dei tifosi di casa. La partita può riprendere senza interruzioni e alla fine il miliardario di Paperopoli, tira fuori i veri contratti che aveva portato con sé: contratti d’ingaggio per i più forti atleti della squadra locale da far giocare con il Pecunia Calcio; ecco quindi svelate a fine storia, le vere intenzioni del nostro protagonista. La storia, se mai doveste avere tra le mani questo numero del Topolino, è una perla calcistica con tanti valori sportivi che rispecchiano appieno cosa volesse dire il gioco del Calcio per Vialli: altruismo e lealtà, valori che dovrebbero tornare di prepotenza in questo sport. Valori che Vialli non ha mai abbandonato e che noi abbiamo il dovere non dimenticare, mai!