Spero che la saga di cui ormai vi parlo da un paio di articoli, vi stia piacendo. Certo, la lettura dei libri in pima persona è tutta un’altra cosa ma come vi ho già detto, questi volumi sono molto difficili da trovare. In questo modo voglio rendervi partecipi di questa magnifica avventura…
Andiamo a vedere il terzo diario della saga di Ulysses Moore.
Il caldo soffocante è ormai giunto e cosa c’è di meglio di un buon libro ambientato nel “fresco” Egitto? Nell’articolo precedente (vi allego qui il link: https://raccontiribelli.wordpress.com/2022/05/12/una-localita-misteriosa/ ), ci eravamo lasciati con i fratelli Covenant e Rick, in procinto di raggiungere la magnifica terra dei faraoni.
La storia contenuta nel libro che sto per raccontarvi, ha veramente dell’incredibile: per la fervida immaginazione del suo autore, Pierdomenico Baccalario, per l’enorme fantasia dimostrata e per l’originalità che accompagna ogni sua singola pagina. La mia vuole essere una presentazione e descrizione di questa avventura che mi ha letteralmente rapito, vuole essere un invito a procurarvi questi libri per vivere un grande viaggio! Il tutto ha inizio con una nota (una e-mail in realtà), proprio di Baccalario: la casa editrice con cui lavora, Il Battello a Vapore, lo manda alla ricerca di un manoscritto di cui in redazione si è tanto parlato. L’autore parte alla volta della Cornovaglia, in Inghilterra. La località che deve raggiungere si chiama Kilmore Cove, ma sulla cartina questa non è segnata, né indicata. Un bel mistero. Decide quindi di fermarsi in un altro paesino, Zennor. Baccalario ha con sé un contatto telefonico che la casa editrice stessa gli ha fornito: risponde una voce femminile molto delicata e gentile la quale gli domanda in quale hotel alloggi l’autore. L’indomani mattina alla reception, riceve un baule. Dentro vi sono una montagna di fotografie, disegni, cartine e numerosi quaderni, tutti consumati dal tempo e scritti in una calligrafia minuta e precisa ma in un linguaggio totalmente incomprensibile. Il baule è stato inviato da un certo Ulysses Moore che gradirebbe che il tutto sia pubblicato. A questo punto, il nostro scrittore si cimenta nella traduzione del primo manoscritto…
Esistono numerose leggende attorno alla figura di Re Artù, mitico sovrano dei Britanni, vissuto tra la fine del V e l’inizio del VI secolo d.c. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, le popolazioni barbariche si riversarono sulle sue gloriose rovine; la Britannia fu abbandonata dai romani molto tempo prima e lasciata in balìa di sé stessa. Fu in questo quadro storico che cominciò a forgiarsi la figura di Artorius (Artù), re-condottiero, che guidò il suo popolo contro l’avanzata dei sassoni e degli angli: il primo autore che ne fece menzione nelle sue opere fu Nennio, monaco gallese vissuto nell’VIII sec. d.c., cui attribuì importanti vittorie militari; l’inglese Goffredo di Monmouth (considerato da molti studiosi il vero creatore della leggenda di re Artù) nella sua opera “Historia Regum Brittaniae”, ripercorse le gesta dei re britanni.
Thomas Malory, autore della “Storia di re Artù e dei suoi cavalieri”, propose le vicende del mitico sovrano e della sua cerchia di cavalieri fedeli e delle loro numerose avventure e peripezie in giro per l’Inghilterra; ad ogni modo dobbiamo tener presente una cosa molto importante e cioè il momento storico in cui questo mitico personaggio nasce: siamo ormai all’inizio della Età di Mezzo (Medioevo), il mondo allora conosciuto mutò profondamente e in balìa di popolazioni giunte da lontano, conobbe la nascita di regni che si succederanno senza sosta per secoli. La letteratura comincerà a popolarsi di cavalieri leggendari in lotta contro oscure forze maligne e le antiche religioni “pagane” si mescoleranno alla ormai affermata nuova religione cristiana, fino ad essersene completamene assimilate. Tale miscuglio di popoli e usanze ed eventi che diedero vita ad una folta produzione letteraria che ispirarono scrittori e, ai nostri giorni, anche registi cinematografici.