Soldati dimenticati

In fuga dalla guerra e dal mondo

Il cinema italiano, nel corso della sua lunga e brillante vita, ci ha reso omaggio di numerose pellicole di cui tanti non sono a conoscenza. Alcuni film sembrano ormai caduti nell’oblio della memoria di molti e sembra doveroso andare a ricercarli, per far sì che possano rivedere nuovamente lustro. Uno in particolare, cui sono molto affezionato, dato che mi ha accompagnato sin dall’infanzia. Sto parlando di “Mediterraneo”, capolavoro indiscusso del regista Gabriele Salvatores, girato nell’isola greca di Kastellorizo (Megisti) e che gli valse l’Oscar come miglior film straniero nel 1992. Tra gli attori più celebri che vi parteciparono, spicca Diego Abatantuono, che grazie proprio a Salvatores, eleva la sua carriera a qualcosa di più di un semplice film demenziale stile anni 80. L’opera fa parte della “Trilogia della fuga”, insieme ad altre due pellicole: Marrakech Express del 1989 e Puerto Escondido del 1992. Perché si parla di fuga? È l’evasione illusoria da una società totalmente consumistica, una società assoggettata ad un potere, in questo caso quello fascista, che pone l’essere umano di fronte ad una scelta: scappare per cercare una vita migliore altrove o rassegnarsi a vivere in una società prigioniera di sé stessa.

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